Nuovo passo in avanti per l’adeguamento a due corsie del futuro ‘quarto ponte’ di Lecco. Questo pomeriggio, nel corso di un vertice convocato dalla Regione a Palazzo Lombardia, Anas ha presentato agli enti locali (Provincia di Lecco e Comuni di Lecco e Pescate) la soluzione progettuale per consentire la futura transitabilità bidirezionale del nuovo manufatto.
Condivisa da tutti i presenti l’ipotesi progettuale che lascia inalterato il viadotto in fase di costruzione e prevede la demolizione e la ricostruzione della rampa che da Pescate accede alla SS 36. Tale nuova rampa andrebbe a porsi a una quota altimetrica superiore rispetto alle viabilità di raccordo tra il ponte in fase di realizzazione e la viabilità esistente. Questa soluzione sarebbe la meno impattante dal punto di vista ambientale.
“Mi fa piacere constatare – afferma l’assessore alle Infrastrutture e Opere pubbliche, Claudia Maria Terzi – una grande soddisfazione da parte del sindaco di Lecco per l’ipotesi progettuale presentata oggi da Anas, a dispetto delle perplessità sinora evidenziate, anche con dichiarazioni a mezzo stampa. Tali contrarietà sono state superate a seguito della presentazione odierna di un progetto che non comporta la modifica del viadotto in costruzione e prevede la demolizione e ricostruzione della rampa di collegamento alla SS 36, per un importo complessivo di circa 19 milioni di euro. Ora l’obiettivo è seguire la formalizzazione dell’iter procedurale e lavorare tutti uniti, senza bandiere politiche, per reperire i fondi utili alla sua realizzazione”.
“Oggi, come esplicitato nella lettera inviata alla Regione e ad Anas dalla Provincia, in accordo con il Comune di Lecco e il Comune di Pescate, che ci dava quale criterio fondamentale il non far venir meno l’attuale rampa di immissione sulla SS 36 – afferma Mauro Piazza, sottosegretario alla Presidenza di Regione Lombardia – abbiamo sul tavolo, grazie al lavoro dell’assessore Terzi, un’ipotesi concreta di realizzazione di una variante di progetto possibile solo dopo il completamento dell’attuale cantiere (gennaio 2026). Evidentemente da questo sviluppo progettuale esce la complessità che abbiamo sempre immaginato essere collegata alla realizzazione di quest’opera (stante anche l’impossibilità di far coincidere l’attuale esecuzione di lavori). Una complessità dal punto di vista temporale, ma soprattutto dal punto di vista del reperimento delle risorse economiche. Ora i tre enti locali si faranno parte attiva nei confronti degli enti deputati per rappresentare le istanze territoriali. L’impegno economico è particolarmente rilevante, del resto parliamo di una cifra che corrisponde quasi al 60% dell’importo dell’attuale rampa, che non sarà sicuramente facile da recuperare. Ma dato che attori politici e istituzionali si sono già detti disposti a recuperare questi fondi a Roma, in Europa e col PNRR, sono fiducioso che saranno compiuti tutti i passi necessari per poter raggiungere questo importante obiettivo, condiviso e approvato oggi da tutti e tre gli enti locali presenti al tavolo”.